
giovedì 28 aprile 2011
28/04/2011 - COSCIA A CONFRONTO CON I RESIDENTI DI BUSSO

mercoledì 27 aprile 2011
INAUGURAZIONE NUOVO CIRCOLO PRC
Il giorno 7 maggio alle ore 18,30, in Campobasso alla Via Monte Sabotino n°1, inaugurazione del Circolo di Rifondazione Comunista "Peppino Impastato" di Campobasso. A seguire sarà offerto un piccolo buffet proletario.
martedì 26 aprile 2011
Alcune riflessioni sulla intervista a Franco Giordano e sul dibattito nella Fds e nel PRC - di Leonardo Masella
E’ significativa la recente intervista del Manifesto all’ex-segretario del Prc, Franco Giordano, che dopo aver avuto la principale responsabilità della catastrofe elettorale del 2008 che ha messo per la prima volta fuori dal parlamento i comunisti e la sinistra, una volta andato in minoranza nel congresso del Prc ha fatto una scissione ed ha fondato un nuovo partito, Sel, ed ora si mette in cattedra a darci lezioni. E sono significative le risposte e le non risposte all’interno del Prc e della Fds.
Giordano, per una strana coincidenza della storia (che forse non è una coincidenza), proprio nel momento in cui il Pd ha svelato completamente la sua impostazione imperialista con il sostegno entusiasta alla guerra contro la Libia (oltre alla linea di sostegno acritico alla Nato, agli Usa e alla Ue), molto più entusiasta persino del governo Berlusconi (ed è tutto dire), propone per la prima volta in questa intervista di fare un partito unico col Pd. Poichè nel Prc vi sono state diverse interpretazioni e anche qualche polemica sulle critiche a Giordano avanzate giustamente in un editoriale del direttore di Liberazione Dino Greco, riportiamo il passaggio delle parole di Giordano: “Sel da sola non basta. Continuo a pensare che bisogna costruire un unico soggetto politico. L’affondo unitario di Vendola sul Pd ha esattamente questa ambizione”.
Ma ancora più significativo e interessante è il passaggio successivo. All’intervistatore che gli chiede: “Rifondazione e Pdci sono esclusi da questa coalizione ?”, Giordano risponde: “Lungi da noi il voler ridurre la platea. E’ Rifondazione ad aver detto che non è disponibile ad una coalizione di governo. E’ un tema che ci divide da tempo e secondo me è auspicabile una loro maturazione”. Questo passaggio è ancora più chiaro, no ? La differenza non è nel fatto che Sel non è comunista e noi siamo comunisti e alcuni di noi ultracomunisti ! La differenza è nel fatto che noi non siamo disponibili ad una coalizione di governo, cioè a ripetere l’esperienza di partecipare, e di non opporci, al sostegno alla politica concreta del capitalismo imperialistico, cioè al massacro dei lavoratori e alle guerre imperialiste, come è avvenuto con la linea della partecipazione al governo Prodi, che tagliava salari e stato sociale con Padoa Schioppa e finanziava le missioni di guerra in Afghanistan, cosa che non a caso ha prodotto il crollo di fiducia facendo passare in soli due anni l’elettorato dei partiti della cd Sinistra Arcobaleno dal 12,5% al 3,2%.
Ancora più interessante e significativo è quando Giordano dice che quello del governo “è un tema che ci divide da tempo”, e aggiunge riferito al Prc e alla Fds: “è auspicabile una loro maturazione”. Molto significativa e simpatica questa “una loro maturazione”….
Qualcuno dice: ma anche il Prc dopo Chianciano è crollato, visto che siamo nei sondaggi all’1,5%, a dimostrazione che la linea “estremista”, antigovernista, antiunitaria, costruita con la coalizione delle mozioni 1,3,4 e 5 di Chianciano che ha messo in minoranza Vendola, è fallita. E no, compagni, non facciamo i furbi, questo è proprio precisamente il capovolgimento della verità. E’ stato proprio il cambiamento e l’involuzione successiva della linea di Chianciano a produrre la crisi di oggi. Ed anche qui, come per il crollo nell’esperienza del governo Prodi, ci sono i dati elettorali a parlare e a non essere interpretabili. Il primo risultato elettorale dopo Chianciano è stato quello delle Elezioni europee, quando la Lista comunista e anticapitalista prese il 3,4% superando, allora, Sel. Ciò a cui bisognerebbe rispondere è: perchè la Fds è passata dal 3,4% delle Elezioni europee all'1,5% di oggi, perdendo due terzi dei voti ? Perchè questa crisi elettorale e anche di militanza ?
C’è una cosa evidentissima che si tende a nascondere. Alle elezioni europee la Fds si presentò – sia perché si usciva freschi freschi dall’esperienza catastrofica dell’alleanza col Pd del governo Prodi ed anche perchè alle elezioni europee vige, diversamente dalle elezioni politiche, la legge elettorale puramente proporzionale – senza nessuna alleanza, ma con una linea pienamente autonoma dal Pd, con la nostra chiara caratterizzazione comunista e anticapitalista (come nel nome di allora della lista), senza far parte nè del centro-destra (ovviamente) nè del centro-sinistra, suscitando anche un bel po' di passione e di entusiasmo nei militanti durante la campagna elettorale. Prendemmo il 3,4%, un risultato insufficiente per il quorum per eleggere parlamentari ma dignitoso e soprattutto imparagonabile con i dati di oggi.
Dopo le elezioni europee cos'è successo ? Una cosa semplicissima ed evidentissima: anche perché ci si era illusi di prendere chissà quale risultato presentando il simbolo comunista (come se questo fosse sufficiente oggi per ricevere fiducia e consensi senza che sia accompagnato da prassi e contenuti coerenti), è cominciata l'ansia di tornare in parlamento, l'ansia delle elezioni politiche, l'ansia che fossero anticipate e subito, la preghiera al Pd di fare un accordo, la sordina a tutto ciò che rappresentava una diversità ed un contrasto col Pd e che potesse mettere in difficoltà un accordo. E da lì è cominciato il declino elettorale, superati e di molto da Vendola anche perchè a quel punto la nostra differenza politica con Sel si è del tutto annullata (tranne che noi siamo comunisti e loro no, cosa, forse, vera ma che vedono solo alcuni militanti ma pochissimi elettori). Anzi, se entrambi (Fds e Sel) siamo percepiti come parte del centro-sinistra e come chi si pone l'obbiettivo di spostare a sinistra il Pd e il centro-sinistra mi pare molto più efficace e quindi molto più attrattiva Sel.
Io non dico e non ho mai sostenuto che alle elezioni politiche non avremmo dovuto fare un accordo elettorale col Pd stante l’attuale legge elettorale, ma: 1) avremmo innanzitutto dovuto evidenziare il carattere tecnico-elettorale di un eventuale accordo, dovuto soltanto alla legge elettorale, e all'interesse reciproco (battere Berlusconi ed eleggere dei parlamentari comunisti), e avremmo dovuto dire che con una legge proporzionale, come appunto abbiamo fatto alle Europee, non avremmo avuto necessità, sia noi che il Pd, di fare accordi, e quindi spingere la situazione per un cambiamento della legge elettorale prima delle elezioni; 2) stante l’attuale legge elettorale avremmo dovuto fare l’accordo solo alla vigila delle elezioni politiche non tre anni prima, come facemmo con l’accordo di desistenza del 1996, che fatto all’ultimo ci consentì di manifestare tutta la nostra diversità radicale dall’allora Pds (ed era ancora Pds e non Pd !) a tal punto che solo un anno prima, nel 1995, non sostenemmo il governo Dini creato in funzione anti-Berlusconi subendo la prima scissione da destra dei cd Comunisti Unitari (Crucianelli e Marida Bolognesi); 3) non avremmo dovuto parlare – e per giunta con tre anni di anticipo – né del CLN (paragone storico assolutamente sbagliato), né di ricerca di punti programmatici comuni (come sul “lavoro” smentiti due mesi dopo dalla vicenda Marchionne), di patti di legislatura, di promesse di voti di fiducia a eventuali governi di centro-sinistra, di internità al centro-sinistra; 4) avremmo dovuto quindi dotarci come Prc e come Fds di un programma chiaro di proposte e di lotte, innanzitutto sul piano sociale, alternative e quindi chiaramente distinguibili nel merito, sia dal centro-destra che dal centro-sinistra, senza preoccupazione di irritare il Pd o le sue parti più liberiste e filo-imperialiste.
Invece abbiamo fatto come quell'asino che per inseguire continuamente la carota che ha attaccata alla sua testa muore schiantato dalla stanchezza. Questi sono i numeri, siamo passati dal 3,4% di due anni fa alle Europee all'1,5% dei sondaggi di oggi. Le interviste, come quella di Giordano, sono anche interpretabili o smentibili o modificabili, ma la matematica elettorale non dovrebbe essere una opinione interpretabile.
Certo, oggi la situazione è difficilissima, ormai gli errori e i danni sono stati fatti e indietro non si torna. Io non ho la verità in tasca e soprattutto non ho ricette facili per superare questa situazione. La mia è una tesi sulle cause degli errori più che sulle soluzioni oggi, che deriva dai chiari e semplici dati elettorali: abbiamo perso voti per scarsa caratterizzazione e distinzione, non ideologica o nominalistica, ma politico-programmatica dal Pd e da Sel, quindi una tesi opposta a chi dice che abbiamo peccato di poca unità e/o di poca identità comunista (questo è un altro problema ma non elettorale). Tuttavia sarebbe ora almeno di discuterne, senza presunzioni, senza saccenze e, soprattutto, senza discriminazioni di chi la pensa diversamente, segno sempre di grande debolezza e paura. Sperando di poterne discutere dopo un risultato positivo o almeno di tenuta delle imminenti elezioni amministrative. Ma anche per un risultato positivo alle amministrative bisogna far comprendere, già oggi, la nostra diversità politica di fondo (non solo simbolico-nominalistica) da Sel e per questo criticare e non in qualche modo giustificare le posizioni di Giordano o di Vendola.
Leonardo Masella, 24 aprile 2011.
Ma ancora più significativo e interessante è il passaggio successivo. All’intervistatore che gli chiede: “Rifondazione e Pdci sono esclusi da questa coalizione ?”, Giordano risponde: “Lungi da noi il voler ridurre la platea. E’ Rifondazione ad aver detto che non è disponibile ad una coalizione di governo. E’ un tema che ci divide da tempo e secondo me è auspicabile una loro maturazione”. Questo passaggio è ancora più chiaro, no ? La differenza non è nel fatto che Sel non è comunista e noi siamo comunisti e alcuni di noi ultracomunisti ! La differenza è nel fatto che noi non siamo disponibili ad una coalizione di governo, cioè a ripetere l’esperienza di partecipare, e di non opporci, al sostegno alla politica concreta del capitalismo imperialistico, cioè al massacro dei lavoratori e alle guerre imperialiste, come è avvenuto con la linea della partecipazione al governo Prodi, che tagliava salari e stato sociale con Padoa Schioppa e finanziava le missioni di guerra in Afghanistan, cosa che non a caso ha prodotto il crollo di fiducia facendo passare in soli due anni l’elettorato dei partiti della cd Sinistra Arcobaleno dal 12,5% al 3,2%.
Ancora più interessante e significativo è quando Giordano dice che quello del governo “è un tema che ci divide da tempo”, e aggiunge riferito al Prc e alla Fds: “è auspicabile una loro maturazione”. Molto significativa e simpatica questa “una loro maturazione”….
Qualcuno dice: ma anche il Prc dopo Chianciano è crollato, visto che siamo nei sondaggi all’1,5%, a dimostrazione che la linea “estremista”, antigovernista, antiunitaria, costruita con la coalizione delle mozioni 1,3,4 e 5 di Chianciano che ha messo in minoranza Vendola, è fallita. E no, compagni, non facciamo i furbi, questo è proprio precisamente il capovolgimento della verità. E’ stato proprio il cambiamento e l’involuzione successiva della linea di Chianciano a produrre la crisi di oggi. Ed anche qui, come per il crollo nell’esperienza del governo Prodi, ci sono i dati elettorali a parlare e a non essere interpretabili. Il primo risultato elettorale dopo Chianciano è stato quello delle Elezioni europee, quando la Lista comunista e anticapitalista prese il 3,4% superando, allora, Sel. Ciò a cui bisognerebbe rispondere è: perchè la Fds è passata dal 3,4% delle Elezioni europee all'1,5% di oggi, perdendo due terzi dei voti ? Perchè questa crisi elettorale e anche di militanza ?
C’è una cosa evidentissima che si tende a nascondere. Alle elezioni europee la Fds si presentò – sia perché si usciva freschi freschi dall’esperienza catastrofica dell’alleanza col Pd del governo Prodi ed anche perchè alle elezioni europee vige, diversamente dalle elezioni politiche, la legge elettorale puramente proporzionale – senza nessuna alleanza, ma con una linea pienamente autonoma dal Pd, con la nostra chiara caratterizzazione comunista e anticapitalista (come nel nome di allora della lista), senza far parte nè del centro-destra (ovviamente) nè del centro-sinistra, suscitando anche un bel po' di passione e di entusiasmo nei militanti durante la campagna elettorale. Prendemmo il 3,4%, un risultato insufficiente per il quorum per eleggere parlamentari ma dignitoso e soprattutto imparagonabile con i dati di oggi.
Dopo le elezioni europee cos'è successo ? Una cosa semplicissima ed evidentissima: anche perché ci si era illusi di prendere chissà quale risultato presentando il simbolo comunista (come se questo fosse sufficiente oggi per ricevere fiducia e consensi senza che sia accompagnato da prassi e contenuti coerenti), è cominciata l'ansia di tornare in parlamento, l'ansia delle elezioni politiche, l'ansia che fossero anticipate e subito, la preghiera al Pd di fare un accordo, la sordina a tutto ciò che rappresentava una diversità ed un contrasto col Pd e che potesse mettere in difficoltà un accordo. E da lì è cominciato il declino elettorale, superati e di molto da Vendola anche perchè a quel punto la nostra differenza politica con Sel si è del tutto annullata (tranne che noi siamo comunisti e loro no, cosa, forse, vera ma che vedono solo alcuni militanti ma pochissimi elettori). Anzi, se entrambi (Fds e Sel) siamo percepiti come parte del centro-sinistra e come chi si pone l'obbiettivo di spostare a sinistra il Pd e il centro-sinistra mi pare molto più efficace e quindi molto più attrattiva Sel.
Io non dico e non ho mai sostenuto che alle elezioni politiche non avremmo dovuto fare un accordo elettorale col Pd stante l’attuale legge elettorale, ma: 1) avremmo innanzitutto dovuto evidenziare il carattere tecnico-elettorale di un eventuale accordo, dovuto soltanto alla legge elettorale, e all'interesse reciproco (battere Berlusconi ed eleggere dei parlamentari comunisti), e avremmo dovuto dire che con una legge proporzionale, come appunto abbiamo fatto alle Europee, non avremmo avuto necessità, sia noi che il Pd, di fare accordi, e quindi spingere la situazione per un cambiamento della legge elettorale prima delle elezioni; 2) stante l’attuale legge elettorale avremmo dovuto fare l’accordo solo alla vigila delle elezioni politiche non tre anni prima, come facemmo con l’accordo di desistenza del 1996, che fatto all’ultimo ci consentì di manifestare tutta la nostra diversità radicale dall’allora Pds (ed era ancora Pds e non Pd !) a tal punto che solo un anno prima, nel 1995, non sostenemmo il governo Dini creato in funzione anti-Berlusconi subendo la prima scissione da destra dei cd Comunisti Unitari (Crucianelli e Marida Bolognesi); 3) non avremmo dovuto parlare – e per giunta con tre anni di anticipo – né del CLN (paragone storico assolutamente sbagliato), né di ricerca di punti programmatici comuni (come sul “lavoro” smentiti due mesi dopo dalla vicenda Marchionne), di patti di legislatura, di promesse di voti di fiducia a eventuali governi di centro-sinistra, di internità al centro-sinistra; 4) avremmo dovuto quindi dotarci come Prc e come Fds di un programma chiaro di proposte e di lotte, innanzitutto sul piano sociale, alternative e quindi chiaramente distinguibili nel merito, sia dal centro-destra che dal centro-sinistra, senza preoccupazione di irritare il Pd o le sue parti più liberiste e filo-imperialiste.
Invece abbiamo fatto come quell'asino che per inseguire continuamente la carota che ha attaccata alla sua testa muore schiantato dalla stanchezza. Questi sono i numeri, siamo passati dal 3,4% di due anni fa alle Europee all'1,5% dei sondaggi di oggi. Le interviste, come quella di Giordano, sono anche interpretabili o smentibili o modificabili, ma la matematica elettorale non dovrebbe essere una opinione interpretabile.
Certo, oggi la situazione è difficilissima, ormai gli errori e i danni sono stati fatti e indietro non si torna. Io non ho la verità in tasca e soprattutto non ho ricette facili per superare questa situazione. La mia è una tesi sulle cause degli errori più che sulle soluzioni oggi, che deriva dai chiari e semplici dati elettorali: abbiamo perso voti per scarsa caratterizzazione e distinzione, non ideologica o nominalistica, ma politico-programmatica dal Pd e da Sel, quindi una tesi opposta a chi dice che abbiamo peccato di poca unità e/o di poca identità comunista (questo è un altro problema ma non elettorale). Tuttavia sarebbe ora almeno di discuterne, senza presunzioni, senza saccenze e, soprattutto, senza discriminazioni di chi la pensa diversamente, segno sempre di grande debolezza e paura. Sperando di poterne discutere dopo un risultato positivo o almeno di tenuta delle imminenti elezioni amministrative. Ma anche per un risultato positivo alle amministrative bisogna far comprendere, già oggi, la nostra diversità politica di fondo (non solo simbolico-nominalistica) da Sel e per questo criticare e non in qualche modo giustificare le posizioni di Giordano o di Vendola.
Leonardo Masella, 24 aprile 2011.
domenica 24 aprile 2011
25 APRILE - PER NON DIMENTICARE - ORA E SEMPRE RESISTENZA
Miei cari,
nelle mie ultime ore è più vivo che mai il mio affetto per voi e voglio dedicarvi queste ultime righe.
Il nostro comune nemico vuol fare di me solo un triste ricordo per voi, per tutti coloro che mi riconoscono e mi vogliono bene.
Mi hanno condannato a morte, mi vogliono uccidere. Anche nelle mie ultime ore non sono venuto a meno nella mia idea, anzi è più forte e voglio che anche voi siate forti nella sventura che il destino ci ha riservato.
Datevi coraggio, sopportate con serenità tutto ciò sperando che un giorno vi siano ricompensate le vostre sofferenze.
Muoio, ma vorrei che la mia vita non fosse sprecata inutilmente, vorrei che la grande lotta per la quale muoio avesse un giorno il suo evento.
Termino per sempre salutandovi e chiedendovi perdono di tutto ciò che ha potuto rattristarvi.
Addio papà, mamma, Ines, Anita, salutatemi Elio il giorno che lui potrà ritornare. Addio per sempre.
31 gennaio 1945
nelle mie ultime ore è più vivo che mai il mio affetto per voi e voglio dedicarvi queste ultime righe.
Il nostro comune nemico vuol fare di me solo un triste ricordo per voi, per tutti coloro che mi riconoscono e mi vogliono bene.
Mi hanno condannato a morte, mi vogliono uccidere. Anche nelle mie ultime ore non sono venuto a meno nella mia idea, anzi è più forte e voglio che anche voi siate forti nella sventura che il destino ci ha riservato.
Datevi coraggio, sopportate con serenità tutto ciò sperando che un giorno vi siano ricompensate le vostre sofferenze.
Muoio, ma vorrei che la mia vita non fosse sprecata inutilmente, vorrei che la grande lotta per la quale muoio avesse un giorno il suo evento.
Termino per sempre salutandovi e chiedendovi perdono di tutto ciò che ha potuto rattristarvi.
Addio papà, mamma, Ines, Anita, salutatemi Elio il giorno che lui potrà ritornare. Addio per sempre.
31 gennaio 1945
Bruno Frittaion (Attilio), studente, anni 19. Catturato da elementi delle SS italiane il 14 dicembre del 1944, più volte torturato, verrà fucilato il I° febbraio 1945.
Le parole dei condannati a morte della Resistenza italiana risuonano oggi particolarmente sferzanti e vigorose: più di ogni retorico scritto possono commemorare profondamente questo anniversario della Liberazione. Chi ha offerto la propria vita per la Liberazione dal nazi-fascismo, per l’ Italia libera e repubblicana o rossa e comunista, deve diventare, attraverso la nostra azione e la nostra lotta quotidiana, non solo un ricordo indelebile, ma un esempio costante per continuare a resistere e a lottare contro lo sfruttamento e le ingiustizie sociali, contro queste destre autoritarie e prepotenti, che oggi stanno cercando di smantellare le basi democratiche dell’Italia nata dalla Resistenza.
Non passa giorno che non vengano mortificate istituzioni democratiche, colpiti i principi della Carta Costituzionale e soppressi diritti, perciò, dobbiamo fare in modo che questo giorno di memoria non rimanga solo una mera celebrazione, ma resti stimolo vivo e incessante per sempre più cittadini, studenti e lavoratori, così da divenire tutti insieme soggetti attivi e di pensiero, un “argine umano” contro chiunque tenti di calpestare i nostri valori, i nostri diritti, le nostre libertà, vanificando il sacrificio di tanti giovani come Bruno Frittaion. Ora e sempre Resistenza!
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA DEL MOLISE
GIOVANI COMUNISTI DEL MOLISE
martedì 19 aprile 2011
Presentazione Lista Rifondazione Comunista Sinistra Molisana
Si è svolta questa mattina a Campobasso la conferenza stampa di presentazione della lista Rifondazione Comunista - Sinistra Molisana che, insieme alla lista di Partecipazione Democratica, sostiene la candidatura a Presidente della Provincia di Campobasso di Simone Coscia.
Votiamo Comunista, votiamo Rifondazione.
lunedì 18 aprile 2011
Nuovo blog Prc Federazione Provinciale di Campobasso
Da oggi è su internet il nuovo blog del Partito della Rifondazione Comunista - Federazione di Campobasso
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