Molti
cittadini di Ururi da qualche settimana si vedono notificare, su impulso della
Ce.rin, società di riscossione tributi convenzionata con il Comune, degli atti
di pignoramento presso terzi per importi irrisori che, tuttavia, hanno lo
sgraditissimo effetto di bloccare i conti correnti bancari e postali dei
medesimi fino alla data dell'udienza, per la maggior parte dei casi fissata a
novembre 2012.
La
cosa che lascia interdetti, però, è che i conti rimangono ugualmente bloccati
anche dopo il pagamento dell'intero importo intimato e delle spese legali
indicate nell'atto, essendo necessaria la rinuncia formale agli atti da parte
del creditore procedente. E qui viene il bello, anzi il brutto della vicenda,
perchè oltre alle spese già versate il legale della Ce.rin, un avvocato barese,
pretenderebbe un ulteriore obolo di 400 euro per ciascuna procedura instaurata,
anche se il credito originario è di pochi euro.
Se ciò
fosse vero sarebbe di una gravità inaudita e, a nostro parere, meriterebbe un
monitoraggio da parte degli organi competenti per valutare la liceità di
siffatto comportamento.
Pertanto,
chiediamo ai cittadini ururesi di rifiutarsi di pagare somme eccedenti il
quantum indicato nell'atto giudiziario e alla Ce.rin di smetterla con queste
pratiche che possono condurre alla disperazione chi già a malapena riesce ad arrivare alla
fine del mese.
Da
ultimo, rivolgiamo un appello al Comune di Ururi affinché istituisca un proprio
ufficio di riscossione delle imposte comunali (esperienza già attuata in molti
comuni italiani), in modo da incentivare l’occupazione giovanile locale e, nel
contempo, liberare i cittadini dalla morsa di queste agenzie senza scrupoli.
Ururi,
31 luglio 2012
Partito
della Rifondazione Comunista – Circolo di Ururi.
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