(da “il Fatto” Quotidiano di venerdì 20 maggio 2011) La separazione da Nichi Vendola è stata tutt’altro che consensuale e, a tre anni dalla scissione della sinistra del partito, il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero non ha cambiato idea:... “Per vincere dobbiamo tornare uniti, lo dicono le Amministrative”. Segretario Ferrero, la Federazione della sinistra è andata molto meglio di quanto previsto dai sondaggi. Come se lo spiega? O i sondaggi sono orientati, oppure non li sanno fare. Dicevano che avremmo raccolto l’1% dei voti, invece alle provinciali abbiamo ottenuto lo stesso risultato di Sel: oltre il 4%. Voi avete appoggiato le due rivelazioni di questa tornata elettorale: Pisapia e De Magistris. Vinceranno al ballottaggio? Ne sono certo. Abbiamo avuto oltre il 3% di voti sia a Milano che a Napoli proprio perché abbiamo puntato sui migliori: candidati puliti, che spazzeranno via i giochi di potere che c’erano con la destra. Questo dimostra anche che gli elettori non vogliono una sinistra moderata, ma una sinistra vera. E cosa impedisce la riconciliazione tra lei e Vendola? Il fatto che lui mi ignora. Ho registrato due video-lettere proponendo di presentarci insieme alle elezioni: non mi ha nemmeno risposto. Come mai? Chiedetelo a lui, vorrei saperlo anche io. Localmente l’ha persino impedito. Non c’è altra strada che un polo della sinistra: Fds, Sel e Idv devono stare insieme, se vogliono contare qualcosa dentro il Pd. Quali sono gli ostacoli? Le differenze tra me e Vendola sono due: lui non è comunista e pensa che le primarie bastino a cambiare il sistema politico italiano. Per il resto abbiamo tutti le stesse idee. Quali? Siamo contro la guerra, appoggiamo la Fiom, abbiamo la stessa idea di società, dei diritti dei lavoratori. E dobbiamo combattere insieme per raggiungere il quorum ai referendum di giugno. Sarà una prova generale di riavvicinamento Lo spero. Anche perché la battaglia contro il nucleare e per i beni comuni, come l’acqua, è la sfida più importante da affrontare. E potrebbe rappresentare la sconfitta definitiva del berlusconismo, dopo la stangata delle Amministrative. Fds non ha fatto molta campagna elettorale. Come si spiega il miglioramento rispetto al risultato delle Politiche e delle Europee? Dopo la caduta del governo Prodi abbiamo imparato la lezione: in questi anni siamo stati nelle fabbriche, con i lavoratori di Eutelia, con quelli della Fiat. Le tv non c’erano, ma gli operai ci hanno visti. Lei per fare il ministro delle Politiche sociali aveva chiesto un’aspettativa: è ancora lavoratore dipendente? Sì, sono un part time. Mi divido tra il partito e il lavoro in Regione Piemonte, per il gruppo di Rifondazione comunista. Ho fatto campagna elettorale spostandomi con la mia macchina, con pochi investimenti. E’ felice o preoccupato per il successo dei grillini? È una spia, deve farci capire che le cose non vanno. Ma la risposta di Grillo è pessima: non dare indicazioni di voto è pericoloso. Sostener De Magistrisi, per esempio, vuol dire strappare Napoli dalle mani dei Casalesi, e i suoi elettori lo sanno. O pensa davvero che siano tutti uguali?
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