di EMANUELA FRATE
URURI. Crisi economica, manovra e nuove povertà sono state al centro di un dibattito organizzato a Ururi lo scorso 29 dicembre, presso la sala “Luigi Incoronato”, dal circolo di Ururi della Rifondazione Comunista e dal Comitato Anticrisi di Ururi.
Al dibattito, che ha offerto vari spunti di riflessione,
Al dibattito, che ha offerto vari spunti di riflessione,
hanno partecipato il giornalista Michele Mignogna, il Dott. Luigi Zurlo, psicologo e psicoterapeuta dell’Asrem, il Parroco di Ururi Don Fernando Manna, l’avvocato Marco Ciarfeo, segretario provinciale del PRC, l’avvocato e professore universitario Franco Focareta che ha parlato dei diritti
conquistati che si tende sempre più a ledere ed infine la
sindacalista della CGIL Lucia Merlo.
Il primo ad intervenire è stato il parroco di Ururi Don Fernando
Manna che ha elogiato queste iniziative in cui la collettività si
riunisce per discutere e confrontarsi a prescindere
dal colore politico, dalle convinzioni personali o
dalla fede religiosa, ritrovando quel senso di comunità
in una società sempre più individualista.
L’applicazione della dottrina sociale della Chiesa,
di una ridistribuzione più equa della ricchezza a
vantaggio della collettività fa parte del messaggio
di Gesù nel Vangelo ed è ciò che ogni buon cristiano
dovrebbe fare. Il Segretario Provinciale del
PRC l’avvocato Marco Ciarfeo ha fotografato
questa grande crisi economico-finanziaria paragonabile
a quella del 1929. Come dopo la grande
crisi del 1929 si affermarono in Europa partiti di
stampo fascista ed il nazionalsocialismo in Germania,
anche dopo questa crisi si possono affermare
movimenti populisti come già sta succedendo
in Austria e Ungheria dove movimenti destrorsi
stanno ottenendo larghi consensi. Questa crisi,
per Ciarfeo, è il risultato lampante della crisi del
capitalismo, delle ideologie neo-liberiste e del
crollo di uno dei suoi capisaldi ideologici vale a
dire che per avere più più crescita bisogna aumentare
la produzione e i consumi cosa, peraltro, ormai impossibile
dato che i salari sono inferiori al costo della vita. A
ciò si aggiunge il sistema speculativo della BCE e di un
capitalismo che da industriale è diventato finanziario.
Per uscire dalla crisi, continua l’avvocato
Marco Ciarfeo, non bisogna salvare le banche a
detrimento dei lavoratori e pensionati che continuano
a pagare di tasca loro dei tagli e delle manovre
di “macelleria sociale”. Bisogna che tutti
facciano la loro parte a partire dalla Chiesa pagando
l’ICI almeno su quegli immobili parzialmente
commerciali (bisogna dire, come è stato sottolineato
nel corso del dibattito, che c’è qualche timida
apertura in questo senso manifestata dal
Cardinal Bagnasco), bisogna applicare
una patrimoniale progressiva sulle grandi
ricchezze, bisogna aumentare la tassazione
per i capitali scudati, bisogna, in
definitiva, assumere delle decisioni forti
e da qui un appello ai partiti della Sinistra
affinché non siano compiacenti ma
facciano quello che gli italiani si aspettano
da loro. Il Dottor Luigi Zurlo ha tracciato
uno spaccato di società che vive un
profondo malessere dall’inizio della crisi
rivolgendosi ai centri di salute mentale.
Ci sono una serie di persone licenziate
che cadono in depressione non riuscendo a formarsi
un’identità senza lavoro. Poi c’è una fascia
di persone che vanno dai 25 ai 35 anni che non
hanno mai trovato un impiego ed infine ci sono
casi di mobbing. Per queste persone che soffrono
non per cause psico-patologiche ma per lo più per
situazioni ambientali che derivano da un mutato
contesto sociale non bisogna dare dei farmaci
bensì, è consigliabile, prosegue lo psicologo Luigi
Zurlo, rassicurali, aiutarli a capire cosa gli sta
succedendo. Il Professor Focareta per parlare di
diritti, è partito dal concetto che l’Italia, così come
l’Europa tutta, non è più quel Eldorado, quel modello
di diritti, tutele ed opportunità di un tempo.
Con la globalizzazione dei mercati c’è chi va
avanti e chi rimane indietro. L’Europa è rimasta
indietro e nuove potenze come la Cina, l’India,
ma anche il Brasile o la Turchia, non sono disposte
a pagare per le nostre tutele e garanzie. Quello
che manca all’Italia e all’Europa è una ridefinizione
di sé stessa come Paese più povero, solo dopo
aver ridefinito il nostro modo di essere al mondo
potremo venir fuori dalla crisi facendo delle scelte
giuste ed oculate: i diritti costano ma non sono
tutti uguali, allora per salvare almeno la dignità
delle persone, bisogna mettere su un tavolo tutti i
diritti e decidere quali salvare sempre partendo dal
presupposto che l’Italia, con il suo 120% di debito
pubblico, con un italiano su tre ultrasessantacinquenne
nel 2065 secondo le più rosee proiezioni,
con le nuove potenze industriali che si affacciano
all’orizzonte, non potrà più illudersi di essere
quel Paese prospero e florido di un tempo.
L’ultimo intervento è stato quello della sindacalista
della CGIL Lucia Merlo che ha posto l’attenzione
sulla precarietà del lavoro definita “la più
vergognosa forma di sfruttamento del lavoro”. Il
lavoro precario crea nuovi poveri perché determina
un’instabilità delle condizioni vita; i nuovi poveri
sono anche quelle persone che lavorano e non
riescono a soddisfare i propri bisogni a causa del
depauperamento dei salari e della conseguente
perdita del potere d’acquisto; un’altra tipologia di
poveri sono anche i pensionati che devono sopperire
alle condizioni dei figli in assenza di un vero
welfare. Insomma, un’analisi corposa e approfondita
sul difficile momento che stiamo vivendo
fatta dall’ultimo baluardo della Sinistra e culminata
con un aperitivo, tanta buona musica e una
colletta solidale per condividere un momento conviviale
perché, come recita il motto usato dal circolo
di Ururi del PRC “La Crisi ci vuol poveri e noi rispondiamo unendoci."
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