martedì 2 ottobre 2012

PRC- CON I COMITATI NO TRIV



Le ultime stime del Ministero dello Sviluppo Economico aggiornate a dicembre 2011 indicano come certa la presenza nei fondali marini di appena 10,3 milioni di tonnellate di petrolio che, in considerazione degli attuali consumi, sarebbero sufficienti per il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane. Non solo: anche attingendo al totale delle riserve certe, comprese quelle presenti nel sottosuolo italiano, concentrate soprattutto in Basilicata, nel complesso le stesse verrebbero consumate in appena 13 mesi. 

Per sole 7 settimane di profitto è opportuno svendere e distruggere un area marina protetta come le Isole Tremiti? E’ opportuno distruggere questa bellezza naturale, ricca di biodiversità e motore trainante dell’economia turistica della Puglia settentrionale e del Basso Molise?
NO, NO, NO!!!
Il Partito della Rifondazione Comunista del Molise scenderà in piazza sabato 6 Ottobre a Manfredonia (FG), a fianco dei comitati NOTRIV, delle associazioni ambientaliste e dei comuni che si oppongono alla svendita di un patrimonio naturalistico-ambientale come le Isole Tremiti.  
Sarebbe opportuno rimettere al centro dell’agenda politica il cambio radicale dell’intero sistema economico e  produttivo, che riguardi anche le energie e la mobilità.
In ogni luogo dove si manifesta la volontà di difendere il proprio territorio dagli attacchi delle multinazionali e si propongono alternative a questo sistema liberista che deturpa l’ambiente, i diritti e la stessa dignità umana, NOI saremo presenti. Non si tratta di cavalcare onde populiste di dissenso, ma di puro buon senso e rispetto per la Madre Terra e per i popoli che la abitano.  
Campobasso, lì  2 ottobre 2012
Partito della Rifondazione Comunista – Fed. Prov. Di Campobasso

lunedì 1 ottobre 2012

Documento assunto all'attivo regionale del PRC del 30.09.12



E’ ormai evidente la natura del governo Monti come costituente di un nuovo ordine liberista, antipopolare, tecnocratico e antidemocratico.
Le misure da esso approvate ( dalla “riforma” delle pensioni, alla riduzione dei trasferimenti agli Enti Locali, allo smantellamento dell’art. 18, alla spending review, per finire all’inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio e all’approvazione del “fiscal compact”) non solo hanno gettato il Paese in una spirale recessiva, scaricandone, in termini di reddito, di diritti e di prospettive occupazionali, il costo sui lavoratori, i pensionati, gli immigrati, i giovani e le donne, ma, se non rapidamente revocate, rischiano di condizionare la tenuta del Paese e il livello di vita delle masse popolari per un’intera fase storica.
La costruzione del regime liberista è sostenuta da un’ampia campagna ideologica, condotta dalla quasi totalità dei mezzi dell’informazione e della comunicazione di massa e da gran parte della cultura accademica e dell’intellettualità diffusa, fondata su due pilastri: la rappresentazione mistificata della crisi, della sua natura e delle sue cause, e l’invocazione della risposta liberista alla crisi stessa in quanto priva di alternative  e dettata da uno stato di necessità.
Da ciò l’appello alla “tecnica” e  ai “tecnici” come al deus ex machina a cui va demandata la gestione della cosa pubblica, e la conseguente messa in mora della normale dialettica politica democratica.
Non è casuale che, in questo contesto, dall’interno dei Think tanks delle classi dominanti e degli apparati del potere, con largo coinvolgimento delle forze politiche subalterne al progetto neoliberista, emerga con insistenza la proposta di un governo Monti-bis e che a questo esito vengano finalizzate tutte le scelte di fine legislatura, dalla data delle elezioni alla legge elettorale. In ogni caso, la dialettica politica appare bloccata dalla falsa alternativa tra il Monti-bis e un governo che comunque assicuri la continuità con le politiche di Monti.
Occorre smontare questa falsa alternativa, lavorando alla costruzione di un polo che unisca tutte le forze antiliberiste, politiche, associative, sindacali,  che si oppongono da sinistra a Monti e candidandolo a governare il Paese sulla base di un programma alternativo, fondato su una redistribuzione egualitaria delle risorse e su una riconversione dell’economia socialmente e ambientalmente sostenibile.
Per quanto riguarda il Molise, non si può non ribadire, pur nella specificità, che la sua vicenda economica,sociale e politica, non è indipendente da quanto avviene a livello nazionale.
Basti pensare a come incidano sul tessuto regionale le misure della spending review, che tagliano centinaia di posti letto ospedalieri, definanziano strutture di cura e di riabilitazione, impongono nei piccoli paesi dell’interno, a prevalente popolazione anziana, la chiusura degli uffici postali, comportano il drastico ridimensionamento del trasporto pubblico, impongono, nel dimensionamento della rete scolastica, parametri assurdi per una realtà caratterizzata da una forte dispersione demografica sul territorio.
Basti pensare ai vincoli feroci che imporranno il pareggio di bilancio e il “fiscal compact”. In  Molise, come in Italia, l’atteggiamento nei confronti delle politiche liberiste del governo Monti  costituisce una discriminante politica.
Del resto, è già operante, su iniziativa del nostro Partito, un patto di consultazione tra forze politiche e associative che si oppongono al governo Monti, sulla base del quale abbiamo dato vita a molte iniziative unitarie.
Di fronte alla crisi drammatica economica, occupazionale e ambientale che attanaglia il Molise è necessario che il Partito, nei prossimi mesi, continui a stimolare presa di coscienza e vertenzialità, sviluppando la sua capacità di essere vicino ai problemi dei lavoratori e dei cittadini.
In questo senso, grande importanza riveste la campagna per la raccolta di firme per promuovere  referendum abrogativi delle norme che di fatto hanno smantellato l’art. 18 dello statuto dei lavoratori e dell’articolo 8 dell’ultima finanziaria di Berlusconi, che consente di derogare in azienda dalle leggi e dal contratto nazionale di lavoro.
Di pari importanza sono la raccolta di firme per sottoporre a referendum la riforma Fornero delle pensioni, che ha sconvolto le prospettive di vita di centinaia di migliaia di lavoratori anziani, e quella per presentare una proposta di iniziativa popolare che introduca il reddito garantito per i giovani.
La campagna per i referendum, dal punto di vista politico, può e deve svolgere una duplice funzione: consentirci, da una parte, di fare informazione e sviluppare presa di coscienza di massa su temi di grande rilievo sociale e sulla crisi in generale, promuovendo l’opposizione sociale alle politiche del governo, dall’altra, di rafforzare i rapporti tra le forze politiche e associative che si oppongono a tali politiche, dando corpo alla proposta di costruire, anche in Molise, un polo alternativo alle forze, in varia misura, subalterne al progetto liberista.
L’obiettivo  è, tra gli altri, quello di determinare, anche nella prospettiva di possibili elezioni a breve per il rinnovo del Consiglio regionale, le condizioni  per equilibri politici più avanzati e per aggregazioni elettorali chiaramente connotate  a sinistra. Allo stato attuale, tali condizioni  non sono date.
Esse vanno  costruite attraverso l’impegno  concorde dell’intero quadro del Partito regionale. Pur consapevole dei danni gravi che la decennale gestione familistica e clientelare della Regione da parte di Michele Iorio ha arrecato alla società molisana e alla credibilità delle sue istituzioni democratiche e alla politica, il PRC regionale considera negativamente la prospettiva di un’alleanza realizzata al solo fine di “battere Iorio”.
Obiettivo del PRC molisano è battere, con Iorio, il sistema “neofeudale” e “neodemocristiano” di dominio del territorio, che continua a mortificare le reali potenzialità di sviluppo e di emancipazione della nostra regione. Obiettivo del PRC è orientare l’attività legislativa della Regione a sostegno della partecipazione popolare alle scelte e della promozione dei diritti dei lavoratori e dei cittadini.
Condizione perché ciò si realizzi è la costruzione di un polo della sinistra antiliberista in Molise, tenendo conto, peraltro, che la riduzione a 20 del numero dei consiglieri( che, lungi dall’essere la risposta agli eccessivi “costi della politica”, è in realtà una misura che tende a restringere ulteriormente la rappresentanza popolare) rende ancor più problematico garantire la presenza della sinistra in seno alla assemblea regionale.
A fronte di tutto ciò il PRC intende convocare gli stati generali delle forze politiche e sociali che si oppongono al governo Monti e in alternativa e autonomia dal PD, al fine di costruire, anche in vista delle possibili nuove elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, una coalizione politica ed elettorale alternativa.
Campobasso 30 settembre 2012

martedì 28 agosto 2012

IL GOVERNO CONTRO I PRECARI DELLA SCUOLA

Non c’è bisogno di nessun concorso. Le migliaia di precari inseriti nelle graduatorie di ogni regione che, dopo anni di insegnamento, attendono l’immissione in ruolo (cioè la stipula di un contratto a tempo indeterminato) hanno già superato un concorso e hanno maturato anni di esperienza nelle aule, permettendo così il funzionamento della scuola pubblica italiana. Esiste già uno strumento di reclutamento del personale, le graduatorie ad esaurimento (per accedere alle quali i docenti hanno superato selezioni in entrata e in uscita), le quali devono rimanere il canale, verificabile e non suscettibile di favoritismi, per le immissioni in ruolo.
La trovata pubblicitaria del concorso che, a nostro avviso, serve unicamente a offrire lavoro a qualche giovane “figlioccio” di amici dei governanti ha, tra l’altro, smentito quanto sostenuto dalla Gelmini: il governo, infatti,  ammette che  nella scuola i posti ci sono e c’è bisogno di assumere.
Il concorso, in questa fase, è una scelta populista che, oltretutto, prevede dei costi notevoli che graveranno sulle tasche dei cittadini,  proprio in una fase di impoverimento e di tagli alla spesa pubblica.
I precari devono organizzarsi  e lottare, come hanno fatto in questi anni, per difendere i diritti acquisiti,  messi in discussione dal governo Monti, che calpesta quotidianamente i lavoratori  con il pieno sostegno del Partito Democratico. Riteniamo che l’istruzione pubblica abbia numerosi e ben più gravi problemi  da affrontare: le classi sovraffollate, i tagli delle ore di insegnamento, la soppressione del tempo scuola e il precariato strutturale. Questo rimane il terreno dello scontro.
Il Partito della Rifondazione Comunista  chiede alle forze sindacali  di prendere una posizione ufficiale chiara e netta sulla vicenda e di difendere in ogni modo  i diritti dei propri iscritti e militanti. Se ciò non dovesse accadere, chiediamo al personale della scuola di restituire le tessere e di essere pronto a qualsiasi forma di lotta  contro questo provvedimento, “anche alle barricate”.
Campobasso, 28 agosto 2012
                         Partito della Rifondazione Comunista-Federazione Provinciale Campobasso

venerdì 24 agosto 2012

Isernia - Condannati per aver cantato Bella Ciao

Il Tribunale di Isernia ha emesso un decreto penale di condanna nei confronti di sette compagni/e che hanno partecipato ad una manifestazione contro Casa Pound a Isernia per aver, udite udite, cantato Bella Ciao in Via Graziani, nei pressi della Provincia. Il PRC esprime  piena solidarietà a chi è stato colpito da un provvedimento di chiaro stampo inquisitorio e palesemente  ingiusto. I compagni e le compagne ci vedranno sempre al loro fianco nella battaglia che intraprenderanno per  ottenere giustizia.   

martedì 31 luglio 2012

Ma la Ce.rin e' una società di riscossione tributi o una società dedita a pratiche illegali?


Molti cittadini di Ururi da qualche settimana si vedono notificare, su impulso della Ce.rin, società di riscossione tributi convenzionata con il Comune, degli atti di pignoramento presso terzi per importi irrisori che, tuttavia, hanno lo sgraditissimo effetto di bloccare i conti correnti bancari e postali dei medesimi fino alla data dell'udienza, per la maggior parte dei casi fissata a novembre 2012.
La cosa che lascia interdetti, però, è che i conti rimangono ugualmente bloccati anche dopo il pagamento dell'intero importo intimato e delle spese legali indicate nell'atto, essendo necessaria la rinuncia formale agli atti da parte del creditore procedente. E qui viene il bello, anzi il brutto della vicenda, perchè oltre alle spese già versate il legale della Ce.rin, un avvocato barese, pretenderebbe un ulteriore obolo di 400 euro per ciascuna procedura instaurata, anche se il credito originario è di pochi euro.                                                                                                     
Se ciò fosse vero sarebbe di una gravità inaudita e, a nostro parere, meriterebbe un monitoraggio da parte degli organi competenti per valutare la liceità di siffatto comportamento.
Pertanto, chiediamo ai cittadini ururesi di rifiutarsi di pagare somme eccedenti il quantum indicato nell'atto giudiziario e alla Ce.rin di smetterla con queste pratiche che possono condurre alla disperazione  chi già a malapena riesce ad arrivare alla fine del mese.
Da ultimo, rivolgiamo un appello al Comune di Ururi affinché istituisca un proprio ufficio di riscossione delle imposte comunali (esperienza già attuata in molti comuni italiani), in modo da incentivare l’occupazione giovanile locale e, nel contempo, liberare i cittadini dalla morsa di queste agenzie senza scrupoli.
Ururi, 31 luglio 2012
               Partito della Rifondazione Comunista – Circolo di Ururi.

lunedì 30 luglio 2012

COMUNICATO STAMPA- PRC TERMOLI - Azienda IPAGEL-MARE PRONTO


Come Partito della Rifondazione Comunista di Termoli, intendiamo denunciare l'assordante silenzio, politico e sindacale, che incombe sulla drammatica situazione dello stabilimento MARE PRONTO (IPAGEL Srl), sito nel Nucleo Industriale termolese, e dei suoi circa cento lavoratori che da oltre 3 mesi sono ormai senza stipendio.

Alcuni di questi lavoratori, ci segnalano con rabbia come la trattativa intrapresa dai sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL) appaia inconcludente e inspiegabilmente "morbida" verso i vertici aziendali e come, ad oggi, non si intraveda all'orizzonte alcuna prospettiva concreta per gli operai dello stabilimento di proprietà dell'imprenditore Dante Di Dario.

In effetti, la proclamazione una sola giornata di sciopero con annesso presidio, a fronte di una situazione così compromessa, per molti lavoratori dell'ex ARENA è parsa una risposta ridicola, quasi una farsa. Tanto più che si apprende, da pubbliche denuncie rilasciate dai lavoratori, che l'azienda trattiene persino i soldi destinati alla cassa d'integrazione per gli operai.
Quasi non bastasse, pesa ulteriormente in questa difficile situazione la totale e colpevole assenza delle istituzioni regionali.
Come Partito della Rifondazione Comunista ci attiveremo senza indugio per appurare lo stato dell'arte e sostenere qualsiasi iniziativa che i lavoratori vogliano organizzare per il recupero dei loro salari e per il ripristino dei loro sacrosanti diritti.



 Termoli, 30 luglio 2012

     Per il Circolo PRC Termoli “Ottobre”

                    Il Segretario

                Domenico Farina


mercoledì 25 luglio 2012

Prc Molise, campagna “reddito minimo per tutti”

CAMPOBASSO - Il Partito della Rifondazione comunista del Molise aderisce alla campagna “Reddito minimo per tutte e tutti” sostenendo la raccolta di firme per la presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare. Una proposta di legge che prevede che lo Stato finanzi, attraverso la fiscalità generale, il reddito minimo garantito per i disoccupati e gli inoccupati. Uno strumento presente in tutti i paesi europei, fatta eccezione per Italia e Grecia, votato dal Parlamento europeo e implicitamente riconosciuto anche dalla nostra Costituzione. La proposta di legge prevede un assegno mensile dell’importo di 600 euro da erogare a chi non ha un posto di lavoro e si trova quindi a vivere in grandi difficoltà. Il tutto per un periodo di 24 mesi, al termine dei quali i beneficiari dovranno ripresentare la domanda. Il diritto a percepire l’assegno, ovviamente, viene meno in caso di assunzione. Oltre a essere una conquista di civiltà questa misura consentirebbe di contrastare il lavoro nero, perché molti giovani si rifiuterebbero di accettare posti di lavoro non in regola, con il rischio di perdere il beneficio. Inevitabilmente, dunque, si innescherebbe un circolo virtuoso, con retribuzioni più eque e minore evasione fiscale e contributiva. Senza considerare che ai disoccupati verrebbe risparmiato quell’inutile rituale di rivolgersi agli uffici pubblici, e ai politicanti di turno, perché magari non si riesce a pagare una bolletta o a fare la spesa. Le risorse per finanziare potrebbero essere reperite facilmente in una riorganizzazione dei contributi alle imprese, che in questi anni non hanno prodotto alcun effetto positivo se non ulteriore precarietà. Nei prossimi giorni comunicheremo data e luoghi dove si può firmare la proposta di legge di iniziativa popolare Per maggiori informazioni sulla campagna www.redditogarantito.it
Italo Di Sabato
Segretario regionale Prc Molise